domenica 18 settembre 2011

L'aspetto della citta'

(da le 100 Citta' d'Italia 1920 circa)

L'aspetto della città è singolare e molto interes­sante per chi abbia modo di confrontarle con quello di centri della stessa importanza. Data la sua esten­sione assai notevole, la popolazione odierna è in proporzione scarsa e ciò produce spesso quella si­lenziosa  solitudine  che  colpisce  tanto chi  abbia  di fronte a sé tante insigni vestigia di fervida vita pas­sata. E man mano che queste si rivelano allo scopri­tore, è tutto un mondo fantastico che balza davanti, e si conferma e s'ingrandisce parlando di sé con ogni linea,   con ogni pietra, con   ogni  segno.
Per mettersi a contatto con la vera anima di que­sta città basta spingersi nelle vie secondarie, quasi tutte, dove lo permette la configurazione collinosa del terreno, secondo il primitivo tracciato, ad angolo retto l’una  con l'altra.
Si delineano finestre aquilane del quattro, e del cin­quecento sottolineate da gole di pietra fiorata, appa­iono porte in tutta pietra annerite e avariate, ma di li­nea e di stile perfetto, oltre di esse si intravedono, pieni di sole, cortili ad arcate di uno o due ordini con sobri capitelli, talora con ornamentazioni in ferro bat­tuto : palazzi imponenti e magnifici del primo ba­rocco, con ricche ornamentazioni e cornicioni talora assai originali, si intramezzano a comuni case che pure in qualche remoto angolo conservano una forbi­tissima bifora trilobata, o uno stemma, o la traccia soltanto di un fregio. E chiude spesso lo sfondo, er­gendosi purissima contro la rudezza sfumata della montagna, miracolosa se toccata dal sole, fondendo i due colori del suo vivo e forbito disegno, mirabil­mente, in un tono d'antico avorio che solo la pietra d'Abruzzo distingue, la mole gentile di una delle molte chiese del trecento e del quattrocento, di stile romanico-gotico o tendenti al rinascimento, dal suo rosone battuto nell'oro, dal portale plasmato dal pol­lice di un gigante,  dal  coronamento sottilissimo.

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