Il palazzo Paganica Mancinelli è opera assai singolare e caratteristica, sopra tutto pel coronamento, pel corpo ad esso sovrastante e per la rifinitura di alcuni particolari. Di tipo ancora diverso è il palazzo Manieri, distinto dagli altri per l'abbondanza di pieni e per il forbitissimo cornicione e che in alcuni motivi richiama la Consulta di Roma. Il palazzo Centi « è la sintesi delle virtù costruttive del periodo barocco in Aquila. Si ha un tipo grandioso di costruzione civile, piantata saldamente mercè la obliquità degli angoli a sperone, dal respiro ampio, ricca di movimento, varia di soluzioni, che la sobrietà raffinata del terzo ordine si disposa con la gentile solidità delle luci al secondo e con 1 intonazione rococò del sontuoso ingresso e del vestibolo a colonne ioniche » (Serra, op. cit.). Altri edifici notevoli fra i moltissimi del tempo' — scorci o sfondi mirabili che illuminano quasi della loro tersa signorilità ed eleganza le vie solitarie, opere di perenne gloria amorosamente sbalzate nella roccia di Abruzzo — sono i palazzi Antonelli (via Sassa), Be-nanni (via Buone Novelle), De Torres (via Roio), Pica-Benedetti (via Fortebraccio), Cipolloni (via Cavour), Rivera (piazza Felice Cavallotti), Carli (via Roma), Franchi (piazza Santa Maria di Paganica), Antinori (via Garibaldi), Persichetti (piazza Cavallotti).
Espressione dell'architettura religiosa della stessa epoca è il monastero di San Basilio, che sorge su un vasto ripiano erboso accosto alle mura della città, in luogo pittoresco, solitario e suggestivo, con la piccola chiesa a lato.
Di questo tempo sono le chiese di Sant'Agostino — originale nonostante qualche accenno al Fuga — Santa Caterina, Santa Maria del Suffragio — dotata di elegante cupola attribuita al Valadier. Il Duomo presenta poco d'interessante per l'architettura; contiene tuttavia pregevoli opere d'arte d'altro genere, oltre la croce di Cola di Guardiagrele già menzionata; il monumento Agnifili nella parete della facciata, un quadro di Teofilo Patini (« San Carlo Borromeo alla peste di Milano >i) nella cappella sinistra della nave trasversale, una pregevole tela cinquecentesca nell'altare del Sacramento, e quattro affreschi nella vòlta rappresentanti gesta dei quattro protettori della città.
Speciale considerazione merita l'oratorio di Sant'Antonio, costrutto a cura di Ottavio de Nardis da Ercole Ferrata (via San Marciano), assai bene intonato nell'insieme, ricco specie nel soffitto e nell organo di opere d'intaglio in legno di ottima fattura e di dise-
gno vago e gentile, ed arieggiante, in molti particolari, celebri opere del tempo come la cappella Borghese di Santa Maria Maggiore in Roma.
In generale quasi tutti gli interni di chiese aquilane, rimaneggiate e restaurate dopo il terremoto del 1703, presentano struttura e motivi d'arte barocca, talora pieni di gusto e intonati, tal'altra assai mal riusciti e fuori posto.
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