(da le 100 Citta' d'Italia 1920 circa)
Santa Maria di Collemaggio, sorta poco dopo (1283-1288), è certamente il tempio più insigne degli Abruzzi, « quasi ara protesa nell'immensa cerchia di monti ». La leggenda vuole che colui che doveva essere il suo edificatore e poi il pontefice santo Celestino V — Pietro eremita del Morrone — ricevesse ordine in una visione, dalla Vergine, di edificare quivi la chiesa. Pietro vi fu incoronato pontefice nel 1294 e vi trovò la sepoltura.
« La fronte di Santa Maria in Collemaggio pur conservando il prevalere dei pieni proprio alle chiese
d ' Abruzzo, si ammanta di una ricchezza quale non si riscontra ne in Aquila, né nella regione, sfolgorando nei tre portali e nei tre rosoni lussureggianti, illeggiadrendosi tutta in uno smagliante giuoco policromico. Il materiale di rivestimento, bianco e roseo, è adoperato in modo da formare una catena di quadrati e poligoni. Nel piccolo fregio che s'inarca sul portale maggiore si ha una catena di rombi, delineati con lastre bianche e staccanti su campo nero, che riempie anche l'interno di essi. L'intonazione coloristica dell'ingresso centrale è rosso-vivo venato di bianco, quella dei minori roseo-giallo. È, un riflesso della fantasiosa colorazione araba raggiante dalla Campania, che nei duomi di Caserta, di Salerno, di Amalfi, di Ravello, accolse il più vivido fiore della decorazione orientale. Il portale maggiore si ornava, nelle ventiquattro nicchie, di statuine di cui ora soltanto sei sopravvivono intere... Il rosone è a doppia ruota, a raggi attorti, che all'estremo si biforcano comprendendo coppie di archetti trilobi aderenti alla cornice. Struttura analoga offre il rosone di sinistra a raggi' lisci con qualche particolare rifatto. 11 portale del fianco sinistro mostra gli stessi motivi di quelli del prospetto. Nei capitelli germogliano foglie sottili lanceolate e ricurve che sono segnate e spiccate con mirabile vaghezza.Il campanile sporge dal fianco della collaterale sinistra ». (Luigi Serra, Aquila monumentale, parte I). L'interno è assai danneggiato dal barocco, il quale però ha prodotto un soffitto assai pregevole ed originale a cassettoni policromi. Nella cappella a destra dell'altare maggiore si ammira la tomba di San Pietro Celestino, leggiadro ed armonico lavoro in pietra, del Rinascimento. Nelle pareti laterali si ammirano due serie di quadri di Carle Ruther di Danzica (frate Andrea, secoli XVII-XVIII).

2 commenti:
Ciao Carlo vorrei inserire delle foto nel tuo blog ma non sò come fare, forse non ho le autorizzazioni e poi vorrei mandarti quei documenti ma non mi funziona outlook, dimmi come posso fare e ti aggiorno le mie ricerche......grazie e a presto
Ciao Francesco , sono contento che tu abbia pubblicato il tuo Blog ( molto interessante ,ma non è una novita) Purtroppo al momento l' unico indirizzo di posta elettronica che mi funziona è astarac@libero.it.Sabato saro' a Cesaproba e mi farebbe piacere se ci incontrassimo.
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